LA MEDIOCRITA' DEL CALCIO MODERNO
Signori ormai siamo al limite.
Questo mio discorso parte come tifoso del Milan ma si diffonde ormai nel mondo calcistico come la peste manzoniana del 1630.
Non posso dire di aver avuto la fortuna di crescere con calciatori leggendari essendomi approvato al gioco del calcio solo alla fine di una generazione e alla nascita del calcio dei milioni e dei "calciatori" che finiscono in Cina fregandosene dei veri valori morali.
Nonostante questo come tifoso e appassionato sono andato a scovare le vecchie gesta dei grandi campioni, dall'Uruguay campione del Mondo al Maracanà fino al rigore di Grosso a Berlino. Mille immagini e video mi riflettevano negli occhi, un calcio fatto da sudore e passione, un calcio che oramai appare sfocato e disprezzato da molti senza che nemmeno se ne rendano conto.
Basta vedere come il Brasile che è passato da Ronaldinho e le sue magie alle lacrime di un bambino capriccioso che è Neymar, siamo passati da Kakà alla ballerina Susina, da Zanetti ad instagrammers sopravvalutati.
Noto con dispiacere la sopravvalutazione di giocatori mediocri scambiati per fenomeni per una o due partite andate bene trascurando invece la voglia di lottare di altri; esempio lampante il mio Milan con "tifosi" in visibilio per Suso probabilmente perché abituati a commentare le partite guardando solo gli highlights perdendosi la vista di giocate noiose e ripetitive che finiscono sempre allo stesso modo, giravolte su se stesso manco facesse una tour fouettés per poi finire con perdere palla o retrocedere in difesa, per non parlare degli esaltati assist al bacio che non sono altro che cross disperati in aria o passaggi banali che si evolvono in azioni decisive grazie a finanziatori di alto livello; ma si rimane accecati da tiri dalla distanza che finiscono negli incroci dei pali per puro caso e soprattutto per una mancanza attenzione dei difensori, da sottolineare di come appena si ha davanti un difensore esperto si rimane bloccati come le truppe naziste di fronte all'inverno russo.
Un altro esempio più specifico è Neymar, per molti una divinità per qualche balletto quando invece la realtà è ben diversa, esaltato in Brasile e poi al Barcellona dove il bimbo sentiva troppo la presenza di Messi e non era in grado di reggere il confronto appena si è accorto di avere un vero campione di fronte, quattro stagioni con una sola Champions in bacheca mai da protagonista e 2 campionati nazionali spagnoli dove la competitività è pari al campionato russo. Non felice di vincere facile allora va in Francia dove le squadre competitive sono meno di zero e si vede, se ne accorge lui stesso e appena ha l'opportunità scappa come un coniglio appena vede l'eliminazione in Champions ad un passo e decide di "infortunarsi" saltando così le particelle da oratorio in Francia per starsene nella sua villa in Brasile per poi guarire manco toccato da Gesù Cristo per il Mondiale.
Giocatori banali che non sono altro che il frutto di una fine di un'era dove i campioni veri vincerebbero le partite a mani basse anche adesso a 50 anni che guardando le partite in tribuna giocano meglio lì seduti di tutti i 22 giocatori in campo.
Cosa serve a fare lamentarci delle nostre squadre del cuore se poi esaltiamo giocatori e ne critichiamo altri senza nessun senso logico, un pensiero che porterebbe a dare il Pallone d'oro a Schelotto per aver segnato in un derby, guardiamo troppo i numeri per poi restare cechi davanti a tutto il resto accontentandoci della mediocrità, se solo gli aprissimo vedremmo come Icardi non è altro che uno Schelotto che si ripete più volte.
Accade poi che in squadra ti trovi i Bakayoko, i Dalbert o i Borini; ma questo ci meritiamo perché è questo il calcio che stiamo creando in stessi tifosi, possiamo dare la colpa ai soldi, agli arabi o ai cinesi ma se poi siamo i primi a sostenere questo mercato dando un valore eccessivo a tutto allora ce lo meritiamo, osservando ormai una società che, perdonatemi il termine, mangia tutta la merda che si trova nel piatto senza mai opporsi difendendosi con la scusa che sembra cioccolato.

Il Giudice